Oggi temi come impatto ambientale ed economico sono sempre molto attuali, anche in fatto di ciclo mestruale. Si parla tantissimo di coppette, mutandine mestruali, assorbenti riutilizzabili, spugne mestruali e abbiamo quindi voluto approfondire il tema della coppetta e del suo utilizzo.
Abbiamo quindi selezionato una metanalisi che racconta proprio le esperienze delle donne che utilizzano questo dispositivo durante il ciclo mestruale, vediamo cosa è emerso.
Ciclo mestruale e dispositivi, i numeri
Il ciclo mestruale interessa tutte le donne in età fertile e addirittura nel 2017 circa 1,9 miliardi di donne, il 26% della popolazione a livello globale, risultava essere in età mestruale, trascorrendo in media 65 giorni all’anno a gestire il flusso mestruale. [1]
Si stima che ogni giorno nel mondo circa 300 milioni di donne abbiano il ciclo mestruale, con 1,8 miliardi che mestruano ogni mese. Il ciclo mestruale rappresenta un evento naturale e fisiologico, tuttavia, non sempre risulta di facile gestione.
Il normale processo fisiologico delle mestruazioni richiede, infatti, adeguate forniture e servizi igienici. [2] Basta pensare che circa 500 milioni di donne nel mondo non hanno accesso a questi elementi essenziali. I fattori che contribuiscono alla povertà mestruale sono molteplici, ma comprendono soprattutto i costi, la disponibilità dei prodotti e lo stigma associato alle mestruazioni. [2]
Efficacia, sicurezza e impatto economico rappresentano criteri importanti secondo cui scegliere quale dispositivo di igiene utilizzare in questa fase. [1]
Quali prodotti mestruali preferiscono le donne?
Da uno studio condotto in Spagna su un totale di 22.823 donne, con età media di 33,2 anni è emerso che:
- il 69,7% usa prodotti mestruali non riutilizzabili,
- il 54,9% usa prodotti mestruali riutilizzabili.
Gli assorbenti mestruali monouso rappresentano il prodotto più utilizzato (60,6%), seguiti dai salvaslip (49,7%), dalla coppetta mestruale (48,4%), dagli assorbenti (42,6%), dagli assorbenti riutilizzabili (15%), dalle mutandine mestruali (8,7%) e dalle spugne mestruali (0,7%).
Tra le partecipanti universitarie, invece, è la coppetta mestruale a risultare il prodotto più popolare riutilizzabile. [3]
Coppetta mestruale: di cosa si tratta?
Si tratta di una piccola coppa, solitamente realizzata in silicone medico, gomma o elastomero termoplastico, che viene inserita nel canale vaginale per raccogliere il sangue mestruale. A differenza di tamponi e assorbenti, la coppetta mestruale non assorbe il flusso, ma lo raccoglie al suo interno. Dopo un certo periodo di utilizzo, la coppetta viene rimossa, svuotata e poi può essere riutilizzata. [1]
Per approfondire questo argomento leggi anche La coppetta mestruale, come e perché usarla
Coppetta mestruale, una metanalisi ne spiega le esperienze delle donne
Secondo molte donne, questa viene percepita come più salutare per il corpo, più pulita e confortevole, oltre che più ecologica ed economica (a lungo termine). Inoltre, la coppetta pare essere in grado di promuovere una maggiore conoscenza del proprio corpo e delle proprie mestruazioni.
Ma allora, quali sono le esperienze concrete, in merito a perdite associate, accettabilità e sicurezza delle coppette mestruali, con eventuali segnalazioni di eventi avversi?
Una metanalisi in cui sono stati raccolti studi internazionali, si è posta come obiettivo principale quello di valutare la perdita di sangue mestruale durante l’uso della coppetta. In merito alla sicurezza, vengono considerati:
- gli eventi avversi gravi;
- le abrasioni vaginali;
- gli effetti sulla microflora vaginale;
- gli effetti sull’apparato riproduttivo, digestivo o urinario;
- la sicurezza in condizioni igieniche precarie.
Sono state anche effettuate stime preliminari sui costi e sui risparmi ambientali potenzialmente associati alle coppette. [1]
Risultati:
Dei 436 studi, solo 43 erano idonei per l’analisi (3319 partecipanti). Da un confronto diretto tra coppette mestruali e prodotti abituali è emerso che le perdite erano simili o inferiori per le coppette mestruali, rispetto agli assorbenti o ai tamponi usa e getta. In tutti gli studi qualitativi, l’adozione della coppetta mestruale ha richiesto una fase di familiarizzazione nell’arco di diversi cicli mestruali. In 13 studi, il 73% delle partecipanti desiderava continuare a usare la coppetta mestruale al termine dello studio.
Inoltre, l’uso della coppetta mestruale non ha mostrato effetti negativi sulla flora vaginale (quattro studi, 507 donne). [1]
In merito agli eventi avversi, sono state identificate cinque donne che hanno riferito forti dolori o ferite vaginali; sei segnalazioni di allergie o eruzioni cutanee; nove di disturbi del tratto urinario e cinque di sindrome da shock tossico dopo l’uso della coppetta mestruale. [1]
Conclusioni
Le perdite sono state simili o inferiori quando si è utilizzata la coppetta mestruale, rispetto a quando si usano assorbenti e tamponi usa e getta. Tuttavia, è da sottolineare che l’utilizzo della coppetta mestruale ha richiesto una fase di familiarizzazione e l’associazione con altri prodotti.
Le sfide in contesti con risorse limitate (ad esempio, la mancanza di servizi igienici, igiene e privacy) non hanno impedito alle donne di utilizzarla.
Negli studi che hanno esaminato la vagina e la cervice durante il follow-up, non sono stati evidenziati danni meccanici derivanti dall’uso di una coppetta mestruale.
Il rischio di infezioni non sembrava aumentare con l’uso della coppetta mestruale e, rispetto a tamponi e assorbenti, alcuni studi indicavano addirittura un rischio di infezione ridotto. Uno studio in Kenya ha addirittura rilevato una minore presenza di vaginosi batterica tra le utilizzatrici di coppetta mestruale rispetto a coloro che usavano assorbenti igienici, ipotizzando che il materiale inerte della coppetta mestruale possa contribuire a mantenere un pH vaginale e un microbioma sani.
Il dolore segnalato invece potrebbe essere correlato a variazioni nell’anatomia pelvica o a una posizione errata della coppetta mestruale che causa pressione interna. Questi fattori potrebbero spiegare i casi riportati di idronefrosi o incontinenza urinaria. Per quanto riguarda, invece, le allergie ai materiali utilizzati nelle coppette mestruale sono rare ma sono state segnalate.
In conclusione, ciò che emerge è che le donne hanno bisogno di prodotti mestruali efficaci, sicuri ed economici e che vi è sempre più necessità di combattere il tabù delle mestruazioni: l’ignoranza, i pregiudizi, i costi e le preoccupazioni per la sicurezza possono impedire alle ragazze e alle donne di testare la gamma completa di prodotti disponibili.
Inoltre, le prove disponibili suggeriscono che la coppetta mestruale, in generale ben tollerata, sembrerebbe contribuire positivamente a ridurre l’assenteismo scolastico legato al ciclo mestruale, contribuendo così al raggiungimento dell’equità mestruale. Inoltre, questa viene percepita come più rispettosa dell’ambiente e con un minore impatto economico. [3]
Fonti:
[1] van Eijk A.M. et al., Menstrual cup use, leakage, acceptability, safety, and availability: a systematic review and meta-analysis.
[2] Raney EC. Menstrual health matters.
[3] Medina-Perucha L. et al., Use and perceptions on reusable and non-reusable menstrual products in Spain: A mixed-methods study.